
Calcutta brucia. Un'ondata calda sta investendo il nordest dell'India da un bel po' di giorni ormai. Ieri si parlava di 42 gradi, forse anche di più. E' un caldo umido, che intorpidisce, rende difficile fare qualsiasi cosa, ti fa dormire poco e male. Mercoledì 13 si vota nell'ultima tornata elettorale per le elezioni del parlamento federale indiano, il 16 pare dovrebbero uscire i risultati, mai così incerti. Nè il Partito del Congresso (centro) nè il BJP (destra nazionalista hindu), i due maggiori partiti, raggiungeranno il quorum per governare, e chiunque vincerà dovrà mettere in piedi un fragile governo di coalizione, includendo partiti statali che potranno avanzare grosse richieste per consentire al vincitore di governare.
Quelli a venire potrebbero essere giorni ancora più caldi. La tensione per le elezioni in alcune zone del West Bengal è molto alta, ogni giorno si legge di scontri tra i sostenitori del CPI(M), partito comunista marxista al potere da 30 anni, e del Trinamool Congress, principale partito di opposizione, quest'anno alleato col Congress Party di Sonia Gandhi per cercare di sconfiggere i comunisti. Ogni giorno si legge di morti ammazzati nel bengal rurale, dove la battaglia è viscerale e senza regole. A contribuire a questa incertezza si aggiungono le azioni dei Naxaliti, guerriglieri maoisti che qualche mese fa per poco non riuscivano a far saltare in aria il primo ministro comunista. Molti bengalesi mi hanno consigliato di non uscire di casa in quei giorni, perchè gli scontri potrebbero estendersi anche a Calcutta città.
In compenso, giovedì sono risalito su un palco per il primo concerto completo da più di due anni a questa parte. E' stato incredibile, adrenalina pura, due ore di rock, funky e blues, mi son divertito come un pazzo. E' qualcosa che compensa in una serata la stanchezza di questi ultimi giorni. Sono una persona fortunata, e cerco di non dimenticarmelo mai.