venerdì 11 aprile 2008

Residui

Calcutta, notte fonda, quasi le tre.

Ripartiamo da qui. Dal caldo. Dal ventilatore acceso di giorno e di notte. Dai fischi dei guardiani. Vediamo cosa succede. Le notti senza sonno ispirano l'uomo da sempre. Penso a mio padre, e alle poesie che ha scritto di notte, quando ero piccolo. Ho un vago ricordo, la luce accesa nel suo studio e lui che scrive. Ormai non lo fa più da anni, ed è un peccato, era proprio bravo. Ma mi ha detto qualche tempo fa che ha smesso di farlo quando ha capito di non essere più ispirato, e se è così, ha fatto bene. Magari scrive dentro di sè, e sono sicuro che scrive cose bellissime.

L'ennesima sigaretta, e dire che mi ero riproposto di smettere...sarà che qui costano così poco.

Fa caldo in questa casa, in questa città. E i visi passano, scorrono. La gente parte, ne arriva di nuova. Ci abituiamo alle distanze, senza interiorizzarle mai. Amicizie che durano, rapporti che non nascono per mancanza di spazio. Cerco i frammenti dei luoghi in cui ho vissuto, delle persone lontane. Li ritrovo su uno schermo piatto, non è abbastanza, non è mai abbastanza. Ascolto canzoni che ho suonato, musicisti e amici con cui ho condiviso lavoro, sudore, passione. Ho cancellato i vecchi post, ma li conservo, traccio una riga.

Sono qui da un mese, e tutto va bene. Mi concedo il mio spazio, evanescente come una nuvola di fumo, che respiri a pieni polmoni anche se sai che non fa bene.

Fino a un po' di tempo fa, giocavo a dividere le fasi della mia vita, dargli un nome, a volte di persona. Ora non lo faccio più, ho capito che è tutto un divenire, tutto è parte dello stesso album, le foto mosse e quelle da copertina. Sono sempre io quello nella foto, circondato di volta in volta da protagonisti e comprimari. I secondi restano lì, in posa, col loro sorriso. I primi non sono poi così tanti, ma ci sono sempre, e non li dimentico. Anche a qualche oceano di distanza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh.
A proposito di distanze e persone.
Io ho imparato a frammentare il mio cuore ed a lasciarne pezzetti in giro per il globo. Come coriandoli.
Un po' per naturale inclinazione, un po' perchè se non vuoi appartenere a nessuno, nessuno deve appartenerti. Nemmeno le emozioni, se sono condivise.
A volte, i pezzetti, li ho regalati a semplici momenti.
A canzoni.
A città.
A persone.
E quindi,ora questi miei pezzetti se ne vanno in giro con i nuovi proprietari.
Così,non perdo città, canzoni, momenti, nemmeno persone ma le scambio con altri pezzetti. Temporaneamente, o forse no.
Comunque, mi piace pensare che comunque i miei pezzetti in giro per il mondo siano ben custoditi.

...E' solo un pò di te che se ne va
E' sporca la città, tutto cercherà
di condurre sino a...

Anonimo ha detto...

Ho letto quest pensieri dall' India e facilmente mi ritornano alla mente i miei frammenti... persone, luoghi, incontri, parole ascoltate, musiche a volte anche rumori.....ahimè fanno parte dei miei ricordi che rappresentano la sola certezza che mi rimane. I miei frammenti sono chiusi in un tempo e uno spazio che non si ripete più, ma sono meravigliosi anche per questo. Li richiamo sempre, ogni volta in cui ho bisogno di sentirmi coccolata...e sono sempre così delicati... Fefellina

Anonimo ha detto...

mi ricordo un giorno si ormai tanto tanto tempo fa... un ragazzo dolce, avrà avuto 19 anni allora ed una ragazzina adolescente in piena crisi... ricordo pianti e chiacchierate di consolazione, e una poesia... che ancora tengo con me... mi aiuta a farmi forza quando quei brutti ricordi si rifanno avanti... 10 anni dopo riesce ancora a famri sentire meglio... Grazie ancora...
M.