mercoledì 7 maggio 2008

Un punto più in là


Si è chiusa una settimana lunga, forte, fatta di lavoro intenso e solitudini, anche un po' cercate, di dolore riflesso e nuovi incontri, del brusco passaggio dal caos cittadino alla pace di nuove frontiere. Tante emozioni, davvero, che mi tengo dentro, perchè comunque non è questo lo spazio giusto per parlarne.

Una cosa mi resta, e sono i paesaggi e i monasteri del Sikkim, il ventiduesimo stato indiano, incastrato tra il Nepal e il Tibet, dove purtroppo sono riuscito a stare solo due notti e una giornata, dopo un'ora di aereo e le cinque ore di macchina forse più travagliate della mia vita. Non starò qui a menarla con la storia del Sikkim, anche perchè le poche cose che so io potete tranquillamente trovarle su una qualsiasi guida o su Wikipedia. Quello che mi porto dentro sono le montagne, dove non tornavo da tanto, una bella camminata tra la pioggia e le sanguisughe, passando attraverso un monastero buddhista sulla cima di una collina. L'aria fresca come non la respiravo da tempo.

Sono giorni di passaggio, fisico e mentale. La mia vita qui si sta stabilizzando, anche se per certi aspetti è molto più precaria dell'inizio. Tutto è molto forte, sempre, e questi due mesi trascorsi mi sembrano anni.

E ognuno intanto si fa il suo giro, questo pensavo mentre guardavo le mie compagne di viaggio, i loro volti assorti lungo la strada. Gente che per curiosità, passione, caso o chissà cos'altro, ha scelto di vivere almeno parte della sua vita lontano da un posto che potrebbe chiamarsi casa.
E lo pensavo guardando il piccolo Buddha che mi spiegava gli affreschi del suo monastero dal nome impronunciabile.

Gli chiedo quanti anni ha, mi pare mi abbia detto di averne quattordici. E' lì solo da pochi mesi, e lo attende una vita di studio e meditazione. L'avrà scelto lui? Sa cosa sta facendo? A un certo punto tira fuori delle monete da un sacchetto. Vengono da tutte le parti del mondo, forse gliele avranno regalati i turisti, che frequentano sempre di più la zona. La mia collega gli regala una moneta da un euro e una da venti centesimi. Lui le sorride e la ringrazia, mentre la luce di una mattinata nuvolosa illumina le stanze affrescate e le statue di Buddha. Fuori, nel vento, sventolano grandi bandiere gialle, rosse, blu, e le loro preghiere riempiono la vallata.

2 commenti:

DRESSEL ha detto...

avrei voluto che questo post non finisse mai. adoro il tibet

Anonimo ha detto...

C'è chi ha bisogno del mondo per contenere se stesso e chi invece contiene l'intero Pianeta in un sacchetto di monete, oppure, in una preghiera.

B.