domenica 7 settembre 2008

L'amante sfuggente


E fuori Milano muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia,
di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico.

Lontano il centro, è quasi un altro mondo,
San Siro un urlo che non cogli a fondo,
ti taglia un senso vago di infinito panico (...)

Ed io, burattinaio di parole, perchè mi perdo dietro a un primo sole?

Perchè mi prende questa assurda nostalgia?

Francesco Guccini, "Samantha"

A Milano ci ho vissuto sei mesi scarsi, prima di ripassare per Roma e volare in India. Ultimamente mi ritorna spesso in mente, forse perchè ora vivo in una città che, nel bene o nel male, è quanto di più diverso possa esistere. E poi perchè a Milano non mi sembra di averci vissuto realmente, ma di averla solo sfiorata, e quindi, di non averla capita.

Le città non sono mai quello che sono o quello che sembrano, ma sono lo spirito con cui le vivi, i volti dei tuoi compagni di viaggio e dei tuoi coinquilini. Milano l'ho posseduta velocemente, in un periodo di grande consapevolezza nella mia vita, ma circondato da enormi contrasti e da stati d'animo altalenanti. Settimane veloci di cui ho raccolto poche istantanee, alcune sfocate, forse solo annebbiate. Un locale sui Navigli, le osterie. Le domeniche pomeriggio, la luce fredda e limpida del sole di novembre che smussa il grigiore dei palazzi e le facciate squadrate, e rende tutto più dolce. Lambrate, Isola, la Milano proletaria, se ancora ha un senso questa parola, e studentesca. Piazzale Loreto, un anonimo spiazzo da cui partono almeno tre città diverse. I locali fighetti, la gente vestita tutta uguale che dopo una settimana di lavoro e smog vuole solo ammazzare il sabato con un entusiasmo che trasuda di prepagato. Gli alberghetti di via Porpora, con le improbabili reception e i portieri annoiati, aspettando l'ennesima coppia di una notte e via. La città sfavillante e strabordante sotto Natale, con le luminarie fantascientifiche per accaparrarsi l'Expo. La città dei tranvieri perennemente incazzati e della gente che sembra mandarti a cagare anche quando è gentile. La circonvalla vista dal bus notturno, con le luci gialle oscurate dagli alberi.

Sì, Milano l'ho appena incontrata, ma non sono riuscito a coglierne a fondo l'energia che pulsa nel sottobosco. Questa energia viene dal fatto che in fondo, più che una città, è un crocevia, e la sua identità seria e produttiva è sempre più contaminata dalle migliaia di forestieri che, volenti o nolenti, la vivono e la rendono viva. Perchè Milano non la scegli, ci stai perchè ci nasci o perchè ci vai a lavorare. Nella meno italiana delle grandi città italiane. Un'amante lasciva e sofisticata, sfuggente quanto basta per farti capire che non ti innamorerai mai di lei, ma che saprà sorprenderti quando meno te l'aspetti, e forse anche farti perdere la testa. Ma solo per qualche notte...

PS: la foto che accompagna il post è di Paolo Poce, un bravissimo fotografo romano che vive a Milano e di cui ho avuto l'onore di organizzare un'esposizione qualche anno fa. Andate a curiosare sul suo sito www.paolopoce.com

6 commenti:

Anonimo ha detto...

a me capita che, quando cambio città per un pò, ripenso sempre alla mia città di origine, le metto a confronto,e alla fine ,tirando le somme, preferisco sempre la città dove sono.. ma appena torno a casa... ah!!! è tutta un altra musica il mio paese...

Anonimo ha detto...

ah.. bella la foto!

DRESSEL ha detto...

finalmente, alessà! pensa che milano la vedrò ad ottobre per la prima volta in una circostanza un po' antipatica. vedo che ti piace guccini. complimenti!!!

magritte ha detto...

Benvenuto Alfie nel blog meno frequentato del cosmo...sarà forse perchè scrivo un post al mese? ;)

Cara Penelope, ti confesserò una cosa: Guccini in realtà non mi fa impazzire, mi piace molto lui come persona e alcuni brani, e come molti cantautori italiani, ha il difetto di essere musicalmente troppo ripetitivo per i miei gusti...Samantha però è un brano che ho in testa fin da piccolo, perchè se non ricordo male era stata la sigla di un programma della rai, uno di quelli belli che andavano in onda a notte tarda e che guardavo con mio padre..e quelle frasi hanno rappresentato Milano nella mia testa per molti anni. E quella forse è la città che mi è rimasta più nel cuore..un consiglio: noi romani cresciamo nel mito dell'odio verso Milano e i milanesi, così come noi con loro. Non so quanto ci starai, ma cerca di viverla senza pregiudizi..sono sicuro che lo farai.

magritte ha detto...

PS: e comunque Samantha è una gran bella canzone...e pensa che la mia preferita di Guccini è Cyrano ;)

DRESSEL ha detto...

lo farò. pulirò i miei occhi da tutti i pregiudizi. anch'io adoro sia cyrano che samantha.